"quando l'apparenza ci autoinganna"
Carissimi lettori e/o nuovi iscritti di questo Forum, come annunciato sulla mia bacheca personale, oggi parte ufficialmente questo "spazio online condiviso" dove chiunque voglia, potra' dar voce a pensieri e stati d'animo in piena liberta', sicuro di trovare sempre un ascolto psicologico e psicoterapeutico professionale e non giudicante.
Vorrei inaugurare questo forum trattando brevemente un fenomeno che a mio avviso sta diventando sempre piu' dilagante e invadente e che io ho definito ironicamente: "La sidrome del Grande Fratello", definizione tratta dal famoso reality show in cui i partecipanti vengono osservati 24 h su 24 da milioni di spettatori.
Cerchero' ora di addentrarmi piu' specificamente nella tematica: girando per strada, viaggiando in treno, parlando con amici e conoscenti o semplicemente navigando in rete (facebook, twitter. etc.) mi accorgo con sempre maggiore evidenza quanto l'immagine sia diventata importante negli ultimi tempi a discapito dei reali bisogni dell'individuo che vengono al contrario messi a tacere in modo conscio ed inconscio. In un momento di grande crisi economica come questo che stiamo attraversando, sempre piu' persone sfoggiano una ricchezza ed un tenore di vita spesso al di sopra delle proprie disponibilita' finanziarie e, come intrappolati in un atteggiamento controfobico, espongono di continuo agli altri i propri trofei: scarpe firmate, auto costose, vestiti alla moda, tatuaggi sempre piu' grandi, abbronzatura sempre piu' marcata, muscoli sempre piu' gonfi e poco importa se poi non si arriva alla fine del mese, ma cio' che e' realmente importante e' apparire "vincenti" agli occhi degli altri ed essere "ammirati". Ora, per evitare fraintendimenti, qui non sto parlando di una sana autostima che si traduce in un cura di se' e del proprio corpo, ma bensi' mi riferisco a quel bisogno incontrollabile di "sentirsi al centro dell'attenzione altrui", di sentirsi sempre al "top" di ogni situazione e di non mostrare alcun segno di debolezza e fragilita'. Simili ad un cofanetto intarsiato di fine 900, spesso gli altri si fermano ad osservare i nostri decori esterni e pochi se non nessuno si permette di aprire lo scrigno per vedere i nostri tesori nascosti, quelli piu' autentici (le nostre emozioni e i nostri sentimenti). Solo dando spazio e luce ai nostri stati d'animo piu' vivi e profondi avremo la possibilita' di entrare in "contatto" con la parte vera di noi ed essere quindi in "sintonia" con gli altri e con il mondo che ci circonda.
E quell'ansia che ci soffoca all'improvviso, quel senso di vuoto che ci coglie di sorpresa, quella solitudine che ci accompagna di giorno e che non ci fa dormire di notte non sono forse i segnali che ci avvertono che stiamo trascurando una parte importante di noi perche' dobbiamo piacere a tutti e a tutti i costi? A tutti forse tranne che a noi?
Aspetto con piacere i vostri commenti ed esperienze in proposito.
Dott. Gianluca Raffa
Psicologo clinico - Psicoterapeuta
Centro Sanitario Romano
gianluca.raffa@gmail.com